Un’azienda su dieci fallita nel caso in cui l’emergenza Coronavirus non si arrestasse entro l’anno e con misure che di fatto fermano l’economia delle aree più produttive del paese. È questo il grido d’allarme che emerge dallo studio dell’agenzia di rating Cerved Rating Agency “Impact of the Coronavirus on the Italian non-financial corporates”.
Quanto dureranno gli effetti del virus nessuno lo sa ma le conseguenze del contagio sono già evidenti: rallentamenti nella produzione, chiusure temporanee forzate, calo dei margini.
Quali effetti possiamo aspettarci ora? Quanto durerà la crisi e come reagirà la nostra economia, già soggetta a stime di crescita molto contenute?
Il documento ipotizza due scenari:
- uno soft, con un tempo di contenimento degli effetti dell’emergenza globale tra i 3 e i 6 mesi (fino a giugno 2020);
- e uno hard, con i tempi che si protrarrebbero fino al fine 2020
I due scenari sono stati applicati al portafoglio di simulazione, costituito da circa 25.000 rating emessi recentemente dalla Cerved Rating Agency e sufficientemente rappresentativo del comparto delle aziende italiane, tramite l’adozione di un approccio di natura quali-quantitativa.
Le ipotesi simulative riguardano essenzialmente le evoluzioni attese in termini di valore e costo della produzione per cui si prevede un calo dei volumi di produzione e di contrazione della domanda, analogamente, si prevede un peggioramento generalizzato del capitale circolante netto e un aumento dei debiti finanziari a breve.
Le migrazioni delle attuali distribuzioni sulle attuali classi di rating, nel caso di scenario soft e hard, implicherebbero un graduale popolamento delle classi più rischiose, con conseguente aumento della probabilità media di default.
Alle condizioni attuali la probabilità di default (PD) è pari a 4.9%, intesa come valore medio e punto di partenza di applicazione degli scenari. In particolare, nello scenario soft, la PD media stimata nell’intervallo considerato sale a 6.8%, con variazione per settore tra il 2.7% e il 10.6%.
Nello scenario hard, la probabilità di default media stimata nell’intervallo considerato arriva al 10.4%, con variazione per settore tra il 7.5% e il 15.4%. Questo notevole aumento del rischio deriva dalla particolare severità dello scenario, in cui si ipotizza una pandemia con effetti annessi gravi e duraturi.
In sintesi, a partire dalla distribuzione attuale delle aziende in sicurezza, solvibili, vulnerabili e rischiose, Cerved Rating Agency stima che le imprese cosiddette “a rischio” aumenterebbero dell’8% nel caso soft e addirittura del 26% nel caso hard, con conseguenze quasi imprevedibili per il tessuto economico locale e nazionale, con inevitabili fallimenti e chiusure delle aziende coinvolte.