Con la Legge di Bilancio 2020 (approvata definitivamente il 27 dicembre 2019) sono stati reintrodotti due vincoli che, secondo la relazione tecnica al provvedimento normativo dovrebbero ridurre quasi di un quarto la platea dei beneficiari del regime, portandoli da 1,4 milioni a meno di 1,1 milioni.
I nuovi limiti prevedono che:
- non si deve superare il limite di 20.000 euro lordi annui per i compensi a dipendenti o collaboratori, relativi a lavoro accessorio, collaborazioni anche a progetto, lavoro subordinato, e anche agli utili da partecipazione agli associati e alle stesse prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari;
- sono esclusi tutti i contribuenti che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati (assegni pensionistici) superiori a 30.000 euro.
Alla fine di gennaio regna però ancora l’incertezza sulla decorrenza delle nuove cause d’esclusione introdotte dalla Legge di Bilancio 2020.
La data di entrata in vigore prevista dalla Legge di Bilancio 2020 (il 2020 appunto) risulta infatti in contrasto con la norma di tutela prevista dallo Statuto del Contribuente, che prevede un termine minimo per l’entrata in vigore di nuovi adempimenti pari a 60 giorni.
Anche ai vertici le idee non sono chiare; pochi giorni fa:
- il Sottosegretario al Ministero dell’Economia Cecilia Guerra ha affermato che non esiste alcun dubbio circa la decorrenza dei nuovi limiti al regime forfettario e che questi sono ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2020
- l’On. Carla Ruocco, Presidente della Commissione Finanze della Camera, ha invece affermato che i nuovi limiti decorreranno soltanto dal 2021.
È auspicabile che il legislatore intervenga al più presto con una norma di interpretazione autentica.