Fino al 31 luglio, data che segna (per ora) la fine dello stato di emergenza legata al Covid-19, lo smart working diventa un diritto per i lavoratori del settore privato che hanno almeno un figlio minore di anni 14, a condizione:
• che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa;
• che non vi sia un genitore non lavoratore.
Questo è quanto previsto dall’art. 96 del Decreto Rilancio approvato il 13 maggio e in corso di pubblicazione in G.U.
Il lavoratore potrà anche utilizzare anche computer o dispositivi informatici personali qualora il datore non li fornisca.
Non saranno necessari accordi individuali fra azienda e lavoratore.
L’informativa nei confronti del Ministero del Lavoro, di cui all’articolo 22 della legge n. 81 del 2017, è assolta in via telematica anche con l’utilizzo della documentazione resa disponibile sul sito dell’INAIL.
Lo smart working rimane uno dei principali strumenti di prevenzione, fortemente raccomandato e previsto anche nei protocolli di controllo dell’Inail e dell’Ispettorato del lavoro per il contenimento dell’epidemia