Un recente intervento della Guardia di Finanza, la cui fondatezza sarà chiarita nelle sedi opportune, ha avuto un forte riscontro mediatico rivelando anche ai meno esperti un nuovo modello economico.
I ricavi di uno youtuber o influencer sono basati essenzialmente su introiti pubblicitari.
Al raggiungimento di introiti significativi (non inferiori a 5mila euro) l’attività di youtuber o influencer, così come eventuali altre nuove attività legate al mondo digitale, è da ritenersi caratterizzata dalla professionalità, dalla ripetitività, dalla stabilità e dalla sistematicità ed è quindi considerata attività abituale da lavoro autonomo.
Fino a 65.000 euro di ricavi annuali si potrà applicare la tassazione prevista dal regime forfettario, utilizzando quindi un’imposta del 5% del reddito, che diventa 15% al quarto anno d’attività. Spetta anche una deduzione a forfait per i costi (22% dei ricavi). Il regime risolve radicalmente anche il tema dell’IVA, che si sensi delle disposizioni previste per il regime forfettario non troverebbe applicazione.
Sul reddito, inoltre, vanno ovviamente applicati i contributi previdenziali.
Naturalmente anche i minorenni sono tassati e qui dovranno essere i genitori a rappresentarli.
È opportuno che i soggetti interessati regolarizzino la propria posizione presso l’Amministrazione finanziaria, aprendo, in primis, una partita IVA e iscrivendo altresì la propria posizione presso l’INPS.